Dopo i Super Tuscan, ecco il Super Grignolino per smettere di pensare a questo straordinario vitigno come al Brutto Anatroccolo del Piemonte. Riprende vigore l’Associazione Monferace, che ha l’obiettivo di riportare agli onori delle cronache enologiche (e sopratutto sulle tavole degli italiani) un Grignolino di qualità.
Il “Monferace”, ottenuto da Grignolino in purezza, ha un disciplinare ben preciso. Rese basse (70 quintali ettaro) in vigneti selezionati. E affinamento di 40 mesi, di cui 24 in botti di legno. Dopo quattro anni di duro lavoro – e non senza l’accusa di voler vanamente insidiare il Barolo – si potrà finalmente assaggiare la prima annata ufficiale, la 2015.
L’appuntamento con i 10 produttori dell’Associazione Monferace – che prende il nome dal vecchio “Monferrato” – è riservato alla stampa e agli operatori Horeca (su invito) e si terrà il 16 e 17 giugno presso la sede del Castello di Ponzano, in provincia di Asti.
I NUMERI DEL GRIGNOLINO
Accornero, Alemat, Angelini Paolo, Castello di Uviglie, Fratelli Natta, Sulin, Tenuta La Fiammenga, Tenuta La Tenaglia, Tenuta Santa Caterina e ViCaRa – Visconti Cassinis Ravizza sono le cantine protagoniste della rivincita del Grignolino targato Monferace.
Secondo i dati del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, nel 2018 sono stati prodotti 12.086 ettolitri di Grignolino, prodotti su una superficie rivendicata di 268 ettari.
Valoritalia riferisce di 1.098.285 bottiglie da 0,75 cl, su un totale di 8.273 ettolitri messi in vetro. Un terzo della Denominazione finisce dunque sul mercato dello sfuso.
Dati che, ovviamente, non riguardano il Monferace. Il vino della riscossa, che mira a presentare il Grignolino in abito da sera. La principessa del Piemonte è diventata grande e vuole cantarlo ad alta voce. Se è intonata, lo scopriremo a breve.
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Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.